Angelo Capuano, il Grande Maestro

Angelo Capuano

Angelo Capuano nacque a Calvi Risorta l’11 luglio 1920 da Antonio, piccolo imprenditore edile, e Maria Izzo, casalinga.

Dopo qualche anno, la famiglia si allargò con l’arrivo di Giuseppe (1927) e di Michele (1932).

Frequentò i primi tre anni delle scuole elementari nel portone dell’avv. Luigi Izzo a Petrulo con la maestra Giacinta D’Aloisio.

Seguì la elementare con donna Vittoria Zona, moglie del Direttore Didattico Giuseppe Fuoco, in un portone “ncoppa o Mautone”.

La , invece, con l’insegnante Eduardo Capuano in Via Napoli a Visciano.

Studente di innata bravura, nel 1932 entrò nella prestigiosa Scuola Apostolica dei Padri Passionisti.

Nel convento frequentò il liceo inferiore per 3 anni e qualche mese.

Brillante nelle materie letterarie, la matematica non era il suo forte.

Angelo Capuano

Successivamente, superò con profitto gli esami per iscriversi all’istituto magistrale Salvatore Pizzi di Corso Appio a Capua.

Qui, trovò autentici mostri sacri della didattica: Maria Bizzarrilli, Maria Cappuccio, Rispoli, Giuseppe De Francesco e Vincenzo Graziani.

In 2° superiore fu bocciato per le troppe assenze perchè intratteneva una relazione con una ragazza.

L’insegnante calena Velia Mandara, conoscendo le sue qualità, spronò il giovane a continuare gli studi.

Da privatista, iniziò a prepararsi per sostenere gli esami di abilitazione magistrale.

Ma la guerra era alle porte.

Il periodo bellico

Ricevuta la cartolina di precetto, si presentò il 16 febbraio 1940 al 31° Reggimento Genio di S. Maria C. V.

Incoscientemente, il giorno successivo decise di tornare a casa per trascorrere qualche ora con i suoi genitori.

Subito, saltò fuori un carabiniere con un telegramma: “Provvedere immediato rientro con accompagnamento geniere Capuano Angelo assente arbitrario”.

Ritornato precipitosamente in caserma, il 18 febbraio partì dal porto di Napoli sulla motonave Liguria diretto in Africa Settentrionale.

Dislocato a Tobruk per quindici giorni, fu trasferito a Bengasi, dove partecipò al corso di tre mesi per radiotelegrafista.

Terminato l’apprendimento, ritornò a Tobruk a bordo della motonave Sardegna per poi raggiungere via terra la sede definitiva di Bardia.

In seguito, fu dislocato prima a Sceferzen e poi nell’oasi di Giarabub nel deserto libico in Cirenaica.

All’alba del 21 marzo 1941, durante un forte temporale, Angelo Capuano fu catturato dai soldati australiani.

Poche ore dopo, le truppe inglesi annientarono l’intero presidio italiano a Giarabub.

Accordatogli lo status di prigioniero di guerra, lo condussero inizialmente nell’oasi di Siwa e poi a Gineifa sulle rive del canale di Suez.

Un bel giorno, fu trasferito in Sud Africa sulla nave olandese Nieuw Holland con altri 200 soldati.

Sostò a Durban il tempo di fare una doccia ed essere sottoposto ad un’attenta disinfezione.

Proseguì il viaggio in treno fino alla località di Zonderwater.

Rimasto otto mesi in Sud Africa, fu imbarcato sul transatlantico Strathaird per essere condotto in Scozia.

Nella primavera del 1942, si ritrovò a Denny, poi a Rothes ed infine a Covesea.

In queste località, svolse lavori nelle varie fattorie agricole sparse sul territorio.

Nel tempo libero scriveva sul giornale dei prigionieri italiani “Il Corriere del Sabato” pubblicato a Londra.

Al termine del conflitto, da uomo libero tornò a casa il 27 marzo 1946 con la nave Georgic.

L’insegnamento

Rientrato nel suo paese natale, sostenne con successo nel 1946 l’esame di abilitazione magistrale presso l’istituto Sant’Agostino a Caserta.

L’anno successivo iniziò la carriera di insegnante fuori ruolo in una pluriclasse a Valdassano.

Contestualmente, effettuò anche una supplenza a Zuni.

Nel 1948, partecipò al concorso speciale riservato ai reduci e ai combattenti per la nomina ad insegnante delle scuole elementari.

Classificatosi primo tra i caleni, scelse prioritariamente la sede di Zuni.

Svolse la sua professione all’inizio in un’aula di Via Laurenza, poi nel Vico 1° Zona, a seguire nel portone del Bar Madison e, infine, nel nuovo plesso di Via Roma.

Nel 1978, dopo 31 anni di onorata carriera, con l’aggiunta ai fini del compimento dell’anzianità di 6 anni di prigionia e di 7 anni di abbuono per combattenti (legge 24 maggio 1970, n. 336), si ritirò in pensione.

La carriera politica

Incoraggiato dalla famiglia di mio nonno paterno, entrò in politica.

Nel 1946, istituì a Calvi Risorta con Cassio Izzo la sezione della Democrazia Cristiana.

Divenne il 1° segretario politico locale con Cassio, panettiere in Via delle Acacie n. 7, nel ruolo di cassiere.

Alle elezioni del 26 ottobre 1946 furono sconfitti dalla lista del “Grappolo d’Uva” con in testa il dr. Paolo Colorizio.

Due anni dopo, dagli scranni dell’opposizione evitò di sfiduciare il sindaco dr. Guido Gaito, subentrato al Colorizio, per scongiurare l’arrivo del commissario prefettizio al comune di Calvi Risorta.

Nel 1950, con l’ingresso nella D.C. dei notabili e maggiorenti del paese, lasciò il partito e confluì nel PSI.

Con alcuni amici, fondò la lista civica “La Bilancia – Rinnovamento Democratico Caleno”.

Il partito riportò una sonora sconfitta alla tornata elettorale del 1956.

Nel 1960, finalmente, la Bilancia vinse le elezioni.

Eletto primo cittadino il dr. Giovanni D’Elia, ricoprì l’incarico di assessore delegato.

Nel 1963, rimise la delega seguito dopo un po’, ma per ragione diverse, anche dal D’Elia.

Sulla poltrona di sindaco subentrò Lorenzo Maciariello, riconfermato l’anno successivo dopo la vittoria alle elezioni.

Nel 1968, con le dimissioni di quest’ultimo, sperimentò il compromesso storico con i rivali della D.C.

In tale contesto, ricoprì la carica di primo cittadino avendo come vice Luigi De Biasio.

Sconfitto nel 1970 dai democristiani di Andrea D’Onofrio, cinque anni dopo la lista della “Bilancia” vinse la competizione.

Angelo Capuano fu eletto nuovamente sindaco.

Con lui la cittadinanza visse una delle migliori stagioni della sua storia.

Alla successiva consultazione, dato per grande favorito, non si candidò lasciando sbigottiti molti caleni.

A sua giustificazione, asserì che “l’impegno politico avrebbe sottratto molto tempo alla famiglia“.

Alla fine degli anni ’90, da candidato contribuì alla vittoria dello schieramento di Antonio Caparco.

Le sue opere pubbliche

Nelle vesti di consigliere (dal 1946 al 1952 e dal 1956 al 1980), di assessore (dal 1960 al 1963) e di sindaco (dal 1968 al 1970 e dal 1975 al 1980), ammodernò la città.

Nella sua lunga carriera politica, programmò e realizzò numerose opere pubbliche, tra le quali:

  • Espropriazione area “San Nicola”
  • Costruzione della nuova casa comunale
  • Completamento del plesso scolastico di Via Roma
  • Completamento dell’istituto delle scuole medie di Via Oreste Mancini
  • Costruzione della scuola elementare Nicola Izzo a Petrulo
  • Realizzazione di strade secondarie
  • Allargamento del cimitero
  • Estensione della rete fognaria
  • Riqualificazione di Piazza Umberto I
  • Ampliamento di Piazza San Paolo della Croce in collaborazione con i Padri Passionisti
  • Ottenimento di un finanziamento di 30 milioni per la circonvallazione a Petrulo
  • Avviamento dell’iter di approvazione del nuovo piano regolatore.

Eppure, le principali opere riconducibili alla sua gestione furono altre due.

La prima riguardò la creazione di Largo dei Platani ricoprendo la grande buca presente all’imbocco di Via XX Settembre con Via dei 48.

Con l’altra, invece, risolse definitivamente l’annoso problema riguardante l’approvvigionamento idrico.

Per quanto concerne i servizi, istituì lo scuolabus e incrementò il numero dei dipendenti comunali.

La vita privata

Nel 1950 sposò la diciottenne Teresa Guglielmi di Monteroduni (IS).

Dalla bellissima moglie, nacquero tre figlie: Maria Gemma, Anna Maria e Antonella.

Angelo_Capuano

Angelo Capuano, sin da giovane, era un autentico mito a Calvi.

I coniugi petrulesi Giuseppe Franco e Giuseppina Caranci attribuirono in suo onore il nome Angelo al terzogenito nato il 23 maggio 1957.

Grande appassionato di caccia e pesca, ha amato la vita all’aria aperta.

E’ stato autore delle sue “Memorie di guerra e prigionia“, del dramma sacro in quattro quadri “San Nicandro“, del componimento storico “La caduta di Cales” e della commedia in tre atti “Il sangue è sangue“.

L’opera teatrale fu rappresentata a Calvi Risorta e Bellona dall’attore e regista caleno Antonio Franco in arte Francantonio.

Lo spettacolo ebbe un meritato successo.

Inoltre, ha scritto i primi due dei tre atti di un’altra commedia che sfortunatamente è andata persa per la rottura dell’hard disk del computer.

Nel 2000, accompagnato dal genero Vincenzo Ricamato, si recò in Scozia per rivisitare i luoghi della prigionia.

Nel 2009, perse la moglie Teresa Guglielmi per una brutta malattia.

Da allora, è stato assistito amorevolmente dalla figlia Anna Maria e dal genero Pasquale Zona.

Angelo si è spento il 20 gennaio 2017 all’ospedale di Sessa Aurunca.

Fortunatamente, dal 2013 ho avuto il piacere e l’onore di conoscerTi bene.

Sei stato un uomo eccezionale: colto, arguto, garbato, intelligente, mai banale, discreto, energico, testardo e, soprattutto, un politico con la P maiuscola.

Hai servito l’intera comunità in modo encomiabile.

Affinché il tuo insegnamento non vada disperso, spero che gli amministratori vogliano procedere all’intitolazione di Largo dei Platani alla tua memoria.

Adesso, caro Angelo, ti immagino felice e radioso avvolto dal calore dei tuoi cari.

© Riproduzione riservata