Le radio calene (1° parte)

Le radio calene (1° parte)

Da lungo tempo la radio è diventata sempre più una presenza costante nelle società umane.

Il suo fascino intramontabile la rende una parte indelebile della nostra cultura e della storia dell’intrattenimento.

Sin dalla sua invenzione avvenuta alla fine del 19° secolo, questa tecnologia ha catturato l’immaginario collettivo.

Nel corso del tempo, il mezzo di comunicazione si è evoluto rapidamente, portando alla nascita delle prime stazioni radiofoniche e alla diffusione delle trasmissioni via etere in tutto il mondo.

Durante il XX secolo, la radio ha giocato un ruolo fondamentale nella vita quotidiana.

Le famiglie ascoltavano le trasmissioni radiofoniche per captare notizie sull’evolversi dei conflitti mondiali.

Successivamente, la radio divenne un punto di riferimento fondamentale nella diffusione della musica e della cultura popolare.

La tecnologia via etere, quindi, ha fornito un’importante fonte di informazioni e intrattenimento per tantissime persone.

La radio ha attraversato un’evoluzione sorprendente, rimanendo sempre al passo con i cambiamenti culturali e tecnologici del tempo.

Nonostante l’avvento di nuove forme di intrattenimento digitale, la radio continua a godere di una vasta popolarità e influenza.

Con l’evoluzione della tecnologia e l’innovazione nel settore delle telecomunicazioni, la radio è destinata a rimanere un punto fermo nel mondo dello spettacolo per molti anni a venire.

Dunque, la radio rappresenta molto più di un semplice dispositivo di comunicazione e intrattenimento.

È testimone della nostra storia, simbolo di innovazione tecnologica e una fonte inesauribile di ispirazione e divertimento.

La prima radio calena

La prima radio calena nacque nel 1976.

A dar vita all’iniziativa furono Giancarlo Laurenza, Nicola Parisi, detto Nicola gix, e Giovanni Ventriglia.

I tre giovani, appassionati radioamatori, vollero sperimentare e provare la nuova tecnologia durante il boom delle radio.

L’emittente, con il nome di Radio Cales, trasmetteva sulla frequenza di 102 MHz circa.

Poi divenne Radio Terra di Lavoro (la seconda RTL in Italia dopo la famosa radio bergamasca).

Il trasmettitore era costituito da un apparecchio con un circuito costruito a mano.

Invece, affidarono l’irradiazione delle onde elettromagnetiche ad un’antenna di radioamatore a 27 Mhz tagliata per accordarla sulla frequenza di trasmissione prestabilita.

Lo studio della radio era localizzato a Zuni in via Conte Nicola Sanniti (vico dei Di Lettera).

Successivamente, lo trasferirono a Visciano in corso Nazionale n. 69 tra la pasticceria e l’ortofrutta.

Infine, nella casa ad angolo tra corso Nazionale e Vicolo Nuovo al civico 81 di proprietà della signora Merola.

I promotori dell’iniziativa chiesero l’autorizzazione all’EscoPost per l’avvio delle trasmissioni radiofoniche.

L’Escopost era uno speciale ufficio del Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni (PT) che aveva la finalità di vigilare sulle frequenze radio-televisive.

L’ente preposto multò i giovani caleni perché avevano occupato una frequenza.

Anche la SIAE, basandosi sui medesimi presupposti di carattere tecnico e giuridico, voleva farsi pagare.

Paradossalmente, se non avessero comunicato nulla, non sarebbero incappati in alcuna sanzione.

Fatto sta che, nonostante i problemi burocratici, i promotori avviarono le trasmissioni, accostando gli speaker ai microfoni.

I programmi del palinsesto

Il gruppo di estrema sinistra, che si identificava nel Circolo “La Comunità”, colse l’opportunità di usare questo strumento di comunicazione, unico nel suo genere in quel periodo, ai fini di lotta politica.

La radio offriva una varietà di programmi che spaziavano dalla musica e dalle notizie all’intrattenimento e alla cultura.

Mario Di Girolamo conduceva “La storia del rock“.

Nicolina Migliozzi guidava un format di attualità chiamato “Parlando di …”.

Inoltre, la stessa Nicolina commentava le opere rock tipo Orfeo 9 scritta e composta da Tito Schipa Junior.

Invece, le trasmissioni di intrattenimento alternativo erano gestite da Tonino Allocca e Angelo Franco.

Per allargare gli orizzonti, trasmisero Splash Down, un programma di canzoni con dedica presentato da Massimo Zona.

La partecipazione di quest’ultimo non era vista di buon occhio dagli altri componenti perché apparteneva alla corrente politica democristiana.

Nicola Pitocchi, invece, si occupava delle radiocronache esterne riguardanti le partite di calcio e pallavolo.

Bellissima fu una diretta dal campo di calcio.

Durante una partita tra scapoli e ammogliati, il portiere Silvestro Zona, detto “u ministru”, provocò la rottura della traversa della porta.

Lo speacker, con un annuncio degno di nota, richiese a gran voce l’aiuto di un falegname per riparare il palo della porta.

Con il passare del tempo, i primi sponsor iniziarono a legarsi al progetto radiofonico caleno.

Tra loro vi erano Maria Cammuso “la telefonista” e Bruno Zona con i loro negozi.

La bellissima esperienza durò tre anni.

La radio fu chiusa nel 1979.

Il motivo andava cercato negli insostenibili costi di gestione riguardanti la regolarizzazione della concessione, la SIAE e l’acquisto di apparecchiature.

Il progetto, dunque, doveva evolversi per forza di cose da esperimento pionieristico a impegno professionale.

Ma da lì a poco altre iniziative simili videro la luce sul suolo caleno.

Di questo ve ne daremo maggiori informazioni nelle prossime puntate.

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