Lo scioglimento del consiglio comunale

Lo scioglimento del consiglio comunale

Agli inizi di marzo del 1877, 11 consiglieri di maggioranza del Comune di Calvi Risorta si dimisero dalla loro carica.

Secondo un’opinione comune, diedero “sfogo ai loro inveterati e sfrenati capricci ed intrighi senza punto curarsi del non lieve discapito apportato alla finanza Comunale abbastanza esausta ed oberata.

Il Decreto Reale del 25 marzo, in nome di Vittorio Emanuele II, dichiarò formalmente decaduto il Consiglio Comunale.

Consiglio Comunale

Il 5 aprile 1877, negli uffici del Municipio caleno, il segretario della Prefettura di Caserta Raffaele De Blasio fu nominato Delegato Straordinario del Comune di Calvi Risorta.

Alla presenza dei consiglieri dimissionari, Gaspare Zona, Pasquale Izzo e Mitridate Zona, diede lettura del provvedimento di scioglimento.

Furono redatti due verbali, uno trasmesso al Prefetto di Caserta e l’altro depositato agli atti del comune.

Il delegato si mise al lavoro alacremente per portare a termine il compito affidatogli.

Il cimitero e le strade

Le due priorità riguardavano il completamento degli atti relativi alla costruzione del cimitero e ai lavori delle strade.

A riguardo del primo punto, “riconosciuta la necessità e la urgenza di una opera tanto reclamata dalla popolazione e dai bisogni dell’igiene“, si impegnò a rimuovere ogni ostacolo alla sollecita costruzione del camposanto.

Elevò lo stanziamento in bilancio da 2000 a 3000 lire del fondo relativo alla prima rata del prezzo di appalto.

Stanziò la somma di 800 lire per l’acquisto del terreno prescelto a tale scopo.

Altre 400 lire riguardarono “gli urgentissimi accomodi alla traversa di accesso“.

Fissò in 120 giorni il termine di esecuzione dei lavori dall’assegnazione dell’appalto.

Entro la medesima scadenza, definì le le pratiche richieste per la dichiarazione di pubblica utilità.

Per quanto concerne le strade, sollecitò “le superiori disposizioni” pur di far riprendere i lavori.

Si trattava di opere imposte dalla legge e reclamate giustamente dalla popolazione di Calvi, specialmente da quella della frazione di Petrulo.

Ritenne opportuno, rilevata la mancanza dei necessari mezzi finanziari, cumulare i fondi di cassa derivanti dai decreti di liquidazione con le risultanze del fondo speciale e le somme ricavate dal bilancio ordinario.

L’iniziativa evitò di spostare le somme stanziate su altri impegni tassativi.

Gli altri interventi

Il 4 maggio 1877 si recò in Comune il delegato stradale per verificare, in base ai registri del cassiere, i fondi disponibili da destinare alle strade obbligatorie.

Inoltre, da informazioni ricevute dalla prefettura casertana, dichiarò che era imminente l’assegnazione di “definitive provvidenze per l’esecuzione dei lavori.”

Relativamente ai servizi di igiene pubblica, valutò che fosse “necessario provvedere alla nettezza delle vie e piazze pubbliche che difettava, stanziando all’uopo in bilancio la cifra di lire 50.

Non trascurò di ripristinare l’illuminazione notturnain ossequio alle disposizioni di legge e in omaggio alla civiltà dei tempi.

A tal fine, mise in preventivo la somma di 650 lire, “compresi gli accomodi e le provviste occorsi ai lavori.

Nel capitolo delle opere pubbliche, incrementò da 300 a 425 lire lo stanziamento destinato a collocare un orologio pubblico nella frazione di Visciano, la sola che ne era sprovvista.

E ciò a doppio scopo di secondare le giuste premure della popolazione della frazione medesima e di pareggiare, a scanso di malcontento, i benefici pubblici nelle diverse frazioni del Comune.

Cumulò alle entrate del 1877 il fondo cassa e la rimanenza attiva del 1875, le somme del 1874 e gli eventuali introiti statali riguardanti la costruzione della strada “Grottelle“.

Da ultimo, rettificò senza alterare le cifre, le partite di giro nella forma disposta dalla Regia Prefettura.

Le spese per l’istruzione

In merito alle uscite, stanziò 400 lire per il pagamento all’erario dei fucili della Guardia Nazionale calena.

Concesse al Municipio di S. Maria Capua Vetere 900 lire e non 730, contribuendo così all’ampliamento del palazzo dei Tribunali.

Ottemperando alle disposizioni della Prefettura e in conformità alle prescrizioni di legge, aumentò a 60 lire lo stipendio di ciascun maestro, “compreso l’aumento del decimo.

Impegnò la somma di 290 lire al fine di allestire a Zuni la nuova scuola femminile il 1 novembre 1877.

Aumentò le previsioni concernenti gli arredi e suppellettili delle scuole, considerato che molte ne erano sprovviste.

Inoltre, elevò a 20 lire la spesa destinata alla scuola serale, considerando anche l’olio dei lumi di tutto l’anno.

Fissò la dotazione dell’importo minimo di bilancio anche per la scuola di Petrulo al solo scopo di prevenire ostacoli all’amministrazione nella eventualità di dover sostituire l’insegnante, il sig. Zacchia.

Il Delegato straordinario raccomandò al futuro civico consesso di “migliorare la di lui posizione, a riguardo delle assidue cure, dell’amore e zelo indefesso che egli spiega nell’insegnamento ed in considerazione delle sue ristrettezze finanziarie“.

La contabilità comunale

Finanziariamente, accantonò la cifra di 850 lire relativamente agli interventi demaniali perché, essendo già state erogate 390 lire, la prosecuzione dei lavori presupponeva la disponibilità di ulteriori somme di danaro.

L’agente demaniale ultimò il verbale di conciliazione il 31 maggio 1877 in base alle verifiche eseguite e ai canoni consolidati.

In seno alla contabilità comunale, si occupò anche del bilancio.

Fra gli altri provvedimenti, eseguì pure la verifica di cassa.

In considerazione di ciò, riscosse bonariamente 20 lire, di cui 19 di arretrato del 1875 per taglio del mirto.

Invitò i debitori morosi al pagamento “dei fitti delle cesine” per complessive 104,04 lire del 1876.

Senza indugiare, incassò 200 lire dagli appaltatori del Dazio Consumo del 1876 ed accolse la richiesta degli stessi di rateizzare la somma rimanente di 684 lire.

La dilazione prevedeva di versare 100 lire entro dicembre 1877 e due rate uguali ad ottobre 1878 e 1879.

Per solennizzare la ricorrenza della Festa Nazionale , dispose “la distribuzione di pani e di sussidii ai poveri ed il sorteggio di 3 maritaggi di lire 25,50 ciascuno alle donzelle orfane ed indigenti delle 3 frazioni “.

Nel giro di due mesi, il De Blasio riuscì a risollevare le sorti di Calvi Risorta.

Il nuovo consiglio comunale

Le nuove elezioni amministrative furono indette domenica 20 maggio 1877.

Il delegato richiese alla Prefettura l’invio di tre carabinieri da affiancare ai tre caleni al fine di garantire l’ordine pubblico.

Le votazioni si svolsero in modo sostanzialmente regolare.

Elezioni Comunali

Tuttavia, alcuni consiglieri suggerirono due volte al Prefetto di sciogliere nuovamente il consiglio, pur di assicurarsi le prestazioni del delegato.

I ricorrenti denunciarono brogli soprattutto a Zuni, dove alcuni candidati segnarono “con l’unghia due schede sporte da due elettori di detta frazione, onde poter verificare nella estrazione gli obblighi preventivamente imposti.

Circostanza quest’ultima di annullamento in conformità dell’art. 70 legge Comunale e Provinciale.

Secondo la loro opinione, nella formazione della giunta, poi, la nomina a primo assessore di Pasquale Izzo fu Raffaele di Petrulo fu viziata da una mancata sottrazione di voti per effetto del vincolo di parentela con 6 consiglieri.

Inoltre, lo stesso risultava essere incompatibile alla carica dal momento che era medico condotto del Comune.

Infine, all’interno della giunta, il primo supplente fu designato Angelo Canzano, zio di Pasquale Izzo, ritenuto un burattino di quest’ultimo soprattutto qualora fosse stato nominato a capo dell’amministrazione comunale in assenza del sindaco.

Il De Blasio ricevette encomi e riconoscimenti dalla Prefettura di Caserta per l’opera svolta al Comune di Calvi Risorta.

Anche il Ministero degli Interni espresse i meritati elogi al delegato “per le intelligenti e solerti sue prestazioni“.

Invece, la popolazione di Calvi Risorta (“appellata come Rimorta“) rimase in balia della propria classe politica.

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