I preparativi del Re per riconquistare Calvi

I preparativi del Re per riconquistare Calvi

Il 21 novembre 1459, Calvi, attaccata da Marino Marzano, capitolò subito.

La conquista della strategica Calvi da parte del principe ribelle ebbe un grande risalto, non solo nel regno partenopeo.

La regina Isabella di Chiaromonte informò il duca di Milano, Francesco Sforza, del tradimento del “caro parente principe de Rossano”.

L’ambasciatore lombardo Antonio da Trezzo, in un dispaccio da Napoli, affermò l’impossibilità del re di transitare per la via Latina.

A partire dalla terza decade di novembre, la strada di Calvi risultò impraticabile ai regi.

Sul suolo caleno furono catturati quattro corrieri, tra cui il cavallaro Pietro da Lodi che fu messo in galera.

Di lui si seppe che era stato riscattato per sei ducati, finendo al servizio di altri a Teano.

Intanto, il re di Napoli, Ferdinando d’Aragona, prima di ogni cosa, iniziò a radunare un esercito per riconquistare Calvi.

Il soggiorno a Pignataro

Domenica 9 dicembre 1459, il monarca uscì da Capua per recarsi a Pignataro.

Nel casale, distante un miglio da Calvi, soggiornò quattro giorni.

… domenica proxima passata la serenissima maiestà del re uscì de Capua ed ando ad allozare ad un casale propinquo ad Calvi ad uno miglio … (1)

Qui “è dimorato finchè se è facto provisione de cavalleti, gradize, repari da bombarde et altre provisione necessarie ad expugnare una terra ” (1)

Il sovrano, dovendo assaltare le mura fortificate della città calena, reperì anche le graticcie, macchine da assedio simile agli arieti.

Il giorno seguente, il re inviò da Pignataro una missiva a Placido di Sangro, suo procuratore a Campobasso.

Preparativi del Re

Altri particolari

Ulteriori dettagli sui preparativi bellici del monarca si apprendono da un altro dispaccio di Antonio Da Trezzo.

Trovandosi sulla via d’Abruzzo, la riconquista di Calvi era fondamentale per sottrarre le terre ai baroni ribelli.

Il re napoletano riuscì a radunare milleduecento cavalieri e più di mille fanti, per la maggior parte balestrieri e schioppettieri.

Inoltre, svolgendosi il conflitto armato vicino alla capitale del regno, accorsero molti soldati volontari da Napoli, Aversa e Capua.

Assieme a Ferdinando, vi erano i conti di Fondi e di San Severino con le loro rispettive compagnie.

et dominica, poi che l’hebbe disnato, se ne andò a Capua, dove fa andare le bombarde et ogni suo sforzo de gente sì da cavallo come da pedi per andare a campo a Calvi o altrove, dove meglio gli parerà, per damnezare le terre del principe de Rossano, el quale, come per altre scripse, se è ribellato ad essa maiestà et toltoli Calvi, la quale terra credo che essa maiestà vorrà tuore prima che alcun altra, sì per assicurare la via d’Appruzo come per havere la via expedita de le victualie, volendo campegiare le terre del dicto principe.

Credo che essa maiestà prestissimo haverà messo insieme de li cavalli milleducento et più de gente utile, et più de mille fanti, che serano per la magiore parte ballistreri et schiopeteri, et per la guerra che è vicina a Napoli gli concorrerà, come fin a mò se vede, molta gente senza soldo, sì napoletani come aversani et capuani, et fin adesso gli ne vanno tanti, che da Napoli a Capua non se vede altro che andare fanti, et maxime balistreri.
De quanto seguirà avisarò la celsitudine vostra. Cum essa maiestà, fra l’altri, se trovono lo conte de Fundi et lo conte de Sanctoseverino cum le compagnie loro. (2)

L’arrivo a Calvi

Giovedì 13 dicembre 1459, il re di Napoli si spostò a Calvi.

Lo storico Giovanni Antonio Summonte offrì un’immagine accurata e suggestiva della città e del suo glorioso passato.

E messo Calvi in piano, e fuori da la parte volta à mezo dì, ch’è un picciol tratto, tutt’il resto è cinto da rupi, e via più in quell’altra all’incontro, on’ elle sono più alte; ed evvi una Valle, per cui scorre un fiumicello, la cui acqua possono i Terrieri usare sicuramente ne i tempi di guerra. Stimasi ch’ivi fusse l’antica Cales, Città tanto colma, e popolosa, potendosi dall’intorno vedere di lei le rovine, e le fundamenta de le muraglie (hora ridotta à nienti, tanto opra il tempo). (3)

Ferdinando d’Aragona iniziò ad ammassare truppe appiedate e a cavallo in prossimità del Castello di Calvi.

L’accampamento non era molto distante dalla città, considerando la limitata gittata delle bombarde.

Specificatamente, seguendo l’attuale tracciato della SS. Casilina, era spostato più verso est “havendo il Rè piantato il Campo da la parte di mezo dì . (3)

La difesa del centro abitato di Calvi era affidata a Sancio Cariglio con duecento fanti e alcuni cavalli.

Il re, in caso di vittoria, avrebbe acquisito grande reputazione tra gli alleati e suscitato terrore nei nemici.

“et hogi è andato a campo alla dicta terra de Calvi cum le bombarde, cum intentione et dispositione de non levarsene che non l’habia, el quale è pur assai forte de sito per alcuni valloni che ha da alcuni canti. Dentro gli è Sancto Garigli cum circa duecento fanti et alcuni cavalli. Vincendo essa maiestà dicto luoco, come se dispone, serà cosa che gli darà grande reputatione et favore, et terrore ad inimici. De quello che succederà avisarò la excellentia vostra.” (1)

I nemici a Teano

Giovanni D’Angiò, duca di Lorena, era dislocato a Teano con i suoi mille fanti.

L’ambasciatore aragonese Garsia Betes auspicò che il sovrano fosse consapevole che Teano era distante solamente quattro-cinque miglia da Calvi.

Cqui se dice per alcuni che lo duca de Lorena seria restato malalto in Tiano con mille fanti de soy, che dice che se n’è andato; fin in questa hora no se sa de certo in questa terra. Credo la prefata maiestà lo deve ben sapere si è in Tiano o no, ca de Calvi a Thiano non sono più che IIII o V mille. (4)

In quei giorni, il sovrano alloggiò alle porte di Calvi.

Disponeva di una bellissima compagnia costituita da millecinquecento cavalli e millecinquecento fanti.

Contestualmente, il duca di Lorena sostava a Teano.

I regi erano convinti di conquistare Calvi o per forza o per buona volontà entro i successivi quattro giorni.

 … maxime che la prefata maiestà exìo in campo dominica di passata de matina. In questa hora è alogiato ale porte de Calvi con MD cavalli e MD fanti de una bellissima compagnia, e disposta haverela o morire, e spero in Dio haverà dele altre terre e presto.
… In questa hora havemo sentito de certo lo duca de Lorena essere restato in Tiano. Cqui se ha ferma sperança che Calvi se haverà o per força o per bona voglia dentro IIII° dì
.  (4)

Dal campo caleno, il re Ferdinando informò il suo alleato Francesco Sforza, duca di Milano, dei preparativi bellici in corso.

Di lì a poco, la città di Calvi fu teatro di una delle più feroci e devastanti battaglie della sua storia.

Bibliografia:

1) Antonio da Trezzo a Francesco Sforza, Capua, 13 dicembre 1459
2) Antonio da Trezzo a Francesco Sforza, Napoli, 5 dicembre 1459
3) Giovanni Antonio Summonte, Historia della città e Regno di Napoli, tomo III, Napoli, 1749
4) Garsia Betes a Francesco Sforza, Napoli, 11 dicembre 1459

© Riproduzione riservata