Le ultime missioni degli aerei decollati da Pignataro Maggiore

Le ultime missioni degli aerei decollati da Pignataro Maggiore

La linea Gustav fu sfondata il 18 maggio 1944 a seguito dell’offensiva alleata.

i tedeschi si dovettero attestare sulla linea Hitler, collocata più a nord.

Lo spostamento del fronte verso Roma portò all’avanzamento delle infrastrutture belliche degli anglo-americani.

L’aeroporto alleato di Pignataro Maggiore, divenuto operativo il 6 maggio, cessò le missioni il 6 giugno 1944.

Ma il giorno precedente, avvenne l’abbattimento di un P-40L.

Verso le 13:00 del 5 giugno 1944, 12 cacciabombardieri decollarono dalla base area di Pignataro Maggiore.

L’obiettivo era di attaccare colonne in marcia lungo le strade, concentramenti di truppe, formazioni di carri armati ed automezzi.

Lo stormo, giunto all’incrocio di due strade a nord del lago di Bracciano, mitragliò un obiettivo nemico.

Il sottotenente John T. Reed notò l’aereo del sottotenente Garlington, suo leader, perdere velocità.

Lo chiamò alla radio e seppe che si sarebbe schiantato.

Alle 14:03, vide atterrare a malapena il P-40 del collega in prossimità della zona A-5807.

Dopo aver effettuato due passaggi con il suo aereo, constatò che Henry F. Garlington correva attraverso un campo verso una piccola area boschiva.

A comprovarlo è il rapporto presentato dal pilota John T. Reed:

On June 5, 1944, while flying number 6 in a flight of 12 warhawks, and while strafing M1 on highway no. 2, North of lake di Bracciano, Italy, I noticed Lt. Garlington, my element leader, was losing speed. I called him on the radio and he said that he was going to crash land. I saw him crash land sarely at approx. A-5807 at 14:03 hrs. I made two passes by his plano and I list saw him running accross a field toward a small woodec area near A-5807.” (1)

Henry Fitch Garlington

Henry Fitch Garlington era il discendente di una famiglia di alti ufficiali.

Creswell Garlington e sua moglie Alex ebbero tre figli, i gemelli Henry e Creswell Jr., e la figlia Sally.

Il papà si laureò a West Point, divenendo ufficiale dell’esercito di carriera nel Corpo degli Ingegneri e poi comandante generale.

Il nonno materno Henry W. Fitch era un ufficiale della marina e si congedò da commodoro.

Il nonno paterno, Ernest Albert Garlington, sottotenente del 7° reggimento di cavalleria di Custer, si congedò da generale di brigata.

Il giovane Henty frequentò la scuola di volo presso la Pinellas Air Force Base a St. Petersburg in Florida.

All’inizio del 1944, dopo il periodo di addestramento, partì per il Nord Africa.

Garlington volò su uno Spitfire britannico.

Ma partecipò a pochi combattimenti nel deserto africano poiché le ultime unità dell’Afrika Korps tedesco si stavano dirigendo verso l’Italia.

Così, il pilota fu trasferito al 324th Fighter Group, di stanza a Pignataro Maggiore.

Qui lo assegnarono al 314th Fighter Squadron “The Hawks”, i Falchi con il suo P-40 chiamato “Betty“.

Pignataro Maggiore

Nella foto, oltre al pilota con il suo aereo, si intravede uno scorcio dell’aeroporto alleato di Pignataro Maggiore.

In particolare, si nota una masseria che lambiva la pista di decollo ed atterraggio.

Garlington effettuò 40 missioni di combattimento contro le forze di terra tedesche in ritirata dall’Italia.

Ma, il giorno prima dello sbarco alleato in Normandia, la fortuna gli voltò le spalle.

il 5 giugno 1944 volava a nord di Roma con il suo Curtiss P-40L matricola 42-10846 alla ricerca dei crucchi.

Immediatamente individuò come obiettivo un convoglio di camion tedeschi diretto a nord.

Portando “Betty”. al livello della cima degli alberi, Garlington iniziò a mitragliare la fila di veicoli lungo la strada.

La cattura da parte dei tedeschi

I tedeschi prontamente risposero al fuoco con tutte le armi a loro disposizione.

Colpito al cuore, il motore dell’aereo del pilota americano perse potenza.

Impossibilitato a risalire, Garlington fu costretto ad effettuate un atterraggio di fortuna nel campo adiacente al convoglio di camion.

Scosso ma senza ossa rotte, scese cautamente dal suo aereo distrutto.

In qualche modo trovò la forza di nascondersi, ispirato senza dubbio dai proiettili nemici in arrivo.

Ma l’andatura molto lenta nel campo coperto da fitti cespugli di rovi consentì ai suoi inseguitori tedeschi di raggiungerlo rapidamente.

Garlington apprese che la colonna di automezzi in ritirata apparteneva ad un’unità di supporto della Divisione Hermann Goering.

I crucchi condussero rapidamente il pilota su un vicino albero e minacciarono di impiccarlo.

Fortunatamente, un ufficiale tedesco si precipitò sul posto e fermò l’efferata esecuzione capitale.

Secondo lui, un prigioniero di guerra vivo come potenziale fonte di informazioni era più prezioso di un cadavere.

Quindi, Garlington fu condotto in un quartier generale tedesco, geograficamente avanzato.

La parte più spaventosa del suo internamente era costituita dalla minaccia di linciaggio.

Garlington, insieme ad altri prigionieri di guerra, fu trasportato su un camion verso il nord Italia.

Rimase detenuto per due settimane in una prigione sotterranea a Firenze.

Di quella esperienza, in seguito ricordò vividamente due cose:

  • l’inizio degli infiniti morsi della fame durante la sua prigionia
  • la sorprendente quantità di informazioni che i tedeschi avevano già su di lui

Infatti, i nazisti avevano un dossier piuttosto completo sulla sua famiglia perché il papà era un generale.

La liberazione e il ritorno a casa

Presto il giovane aviatore fu trasferito allo Stalag Luft III, che si trovava a circa 90 miglia a est di Berlino.

Il cibo non solo era poco, ma anche scadente.

Principalmente distribuivano una specie di disgustosa zuppa di patate e pane di segale.

Le ultime settimane di prigionia furono le peggiori per Garlington e i suoi compagni.

A causa dell’avanzata russa, fu loro ordinato di intraprendere un lungo e faticoso viaggio verso ovest, prima a piedi e poi con carri bestiame.

Dopo essere transitati vicino al famigerato campo di sterminio di Dachau, raggiunsero il putrido campo di Moosburg, 25 miglia a nord-est di Monaco.

Garlington, internato per 10 mesi, fu liberato dalla 14ª Divisione Corazzata americana il 29 aprile 1945.

Diverse settimane dopo le cure mediche, Garlington arrivò al porto francese di Le Havre per il ritorno a casa.

Qui ricevette alcune notizie sconvolgenti da suo cugino.

Il suo gemello Creswell Jr. era morto il 3 dicembre 1944 per le ferite riportante in combattimento contro i tedeschi.

Creswell Sr., loro padre, era morto a Savannah l’11 marzo 1945, dopo aver subito un grave ictus.

Quando Henry salì a bordo della nave militare, la sua gioia per la liberazione lasciò il posto ad un cuore affranto.

Una volta arrivato in patria, tornò in servizio nell’Aeronautica Militare.

Henry_Garlington

Esonerato dal volo attivo e nominato investigatore, nel 1955, dopo 15 anni di attività, il capitano lasciò l’uniforme.

Garlington maturò un forte interesse nel campo della finanza.

Divenne un funzionario fiduciario per l’ex Savannah Bank and Trust Company fino al suo pensionamento avvenuto nel 1984.

Gli otto piloti abbattuti di stanza a Pignataro Maggiore

Subito dopo essere tornato a Savannah dalla guerra, Garlington incontrò un’attraente giovane donna di nome Jeanne Morrell.

I due si sposarono nel 1949 e hanno avuto due figlie, Katherine e Nina.

Per quanto concerne l’aeroporto militare di Pignataro Maggiore, gli alleati decisero di spostare la base aerea il 6 giugno 1944.

Durante il mese di intensa attività di volo, otto piloti americani di stanza nel casertano furono abbattuti dai tedeschi:

  • 13 maggio – sottotenente Arthur F. Kusch Jr – morto
  • 13 maggio – sottotenente Matthew M. O’Brien – sano e salvo
  • 14 maggio – sottotenente Arthur H. Hansen – morto
  • 16 maggio – sottotenente Milan Forkapa – prigioniero
  • 16 maggio – sottotenente Paul Duncan – prigioniero
  • 20 maggio – capitano Richard H. Fischer – morto
  • 26 maggio – tenente Woodrow F. Morgan – prigioniero
  • 5 giugno – sottotenente Henry F. Garlington – prigioniero

Le loro vicende, ampiamente raccontate sulle mie pagine, sono dense di emozioni perché hanno contribuito a consolidare i nostri ideali di libertà e democrazia.

Bibliografia:
1) MACR 5790
2) https://thecitadelmemorialeurope.wordpress.com/2014/07/28/he-served-henry-garlington-45/

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