Il cannoneggiamento del 25 ottobre 1943 che colpì Visciano

Il cannoneggiamento del 25 ottobre 1943 che colpì Visciano

L’arrivo a Calvi Risorta il 23 ottobre 1943 dei “liberatori” inglesi non decretò la fine delle ostilità sul suolo caleno.

Purtroppo, gli abitanti di Calvi affrontarono altri due giorni di guerra, di bombe, di paura e di morte.

Il X Corpo d’armata dell’8° Armata britannica, al comando del generale Richard McCreery, prese possesso della strategica cittadina sulla Casilina.

Le truppe di sua maestà avanzarono l’artiglieria dalle campagne calene al centro abitato di Calvi Risorta.

Una batteria fu collocata in fondo a Via Cales sul lato destro in direzione del bivio.

All’epoca dei fatti, la zona si presentava diversa da come la vediamo oggi perché priva di abitazioni.

Un’altra, secondo alcune voci non confermate, la posizionarono a Petrulo.

Infine, una postazione di artiglieria fu piazzata in un terreno di Via Madonna delle Grazie in prossimità della Cava Fabressa.

Immediatamente, gli inglesi iniziarono a martellare le postazioni nemiche attestate al bivio di Torricelle.

Ma nonostante la valanga di fuoco, non riuscirono a sfondare la linea di difesa della Wehrmacht.

L’intervento della forza aerea

Il primo obiettivo dei soldati alleati lungo la strada era Teano.

I London Scottish, avanzando verso di esso, incontrarono una forte resistenza.

Ai London Irish Rifles, invece, fu affidato il compito di conquistare un’altura a est e dominante la città.

Dopodiché, i Royal Berkshire avrebbero dovuto avanzare verso Roccamonfina.

Verosimilmente, il 24 ottobre, durante una ricognizione, bombardieri in picchiata americani attaccarono l’area del bivio di Calvi sulla Casilina.

Nello specifico, colpirono la zona adiacente l’ex Autodemolizioni Ciancio a Visciano.

Il bombardamento provocò diverse vittime tra i soldati inglesi e non tra i nemici.

I London Irish protestarono veemente contro il comando alleato.

Tuttavia, rimasero sbigottiti nel sentire che il bivio era stato scambiato per un altro distante tredici miglia.

The first objective along the road was Teano, and as the London Scottish advanced towards it they met a good deal of opposition.
The London Irish were given the job of capturing high ground to the east and overlooking the town, after which the Royal Berkshires were to press through towards Roccamonfina.
During a preliminary reconnaissance near a fork on Highway Six the area was bombed with some violence by American dive-bombers, causing a few casualties.
On protesting to higher authority, the London Irish were not much appeased on hearing that the road-fork had been mistaken for another thirteen miles away!” (1)

La morte di Cesare Giuseppe Caparco

Il 25 ottobre 1943, gli alleati ripresero un violento cannoneggiamento per la definitiva conquista dello strategico “bivio di Torricelle”.

I tedeschi, a loro volta, risposero al fuoco con tutte le armi a disposizione.

Ancora oggi, mia zia Elena e mia mamma Carmela Pomaro ricordano benissimo quei momenti drammatici.

Purtroppo, nel fuoco incrociato trovò la morte un caleno ai Martini di Visciano.

Cesare Giuseppe Caparco nacque il 30 agosto 1875 da Salvatore, agricoltore, e Rosa Mele, donna di casa.

Venti anni dopo, convolò a nozze con Maria Cipro.

I coniugi ebbero un solo figlio, Salvatore, nato il 16 settembre 1896.

Purtroppo, due anni dopo la moglie morì presumibilmente per parto.

Negli anni seguenti, emigrò per ben tre volte negli Stati Uniti d’America.

Ritornato definitivamente in Italia, si sposò in seconde nozze con Maria Vincenza Pomaro, sorella di mio nonno materno Luigi.

Cannoneggiamento

I coniugi abitavano in un portone di Via Martini al civico 67.

Lo sventurato fu colpito all’addome da una scheggia mentre si trovava in un pagliaio nei pressi dell’attuale Piccola Lourdes.

La salma del povero Cesare fu collocata a terra in cucina, dove la seconda moglie gli diede l’estremo saluto.

Il suo corpo fu sepolto a terra in un’area chiamata “il cimitero dei bambini” nel vecchio camposanto di Calvi.

L’ufficiale dello stato civile redasse l’atto di morte il 21 marzo 1944 in seguito ad una comunicazione dei Carabinieri Reali.

I due episodi singolari

Prima di morire, Cesare Caparco si rese protagonista di due episodi riportati da tutti i parenti.

Durante le razzie degli animali operate dalle forze armate tedesche sul suolo caleno, un crucco uccise la sua asina.

Particolarmente legato all’animale, si disperava e urlava, incredulo per quello che era successo.

Infatti ripeteva a tutti di aver perso una mamma, una moglie, una figlia

Qualche giorno dopo, scoprì l’identità del teutonico che si era reso protagonista del misfatto.

Ma, il soldato morì durante un cannoneggiamento e lo seppellirono sotto pochi centimetri di terra con i soli stivali fuori.

Dopo averlo dissotterrato, colpì il malcapitato con diversi colpi di badile.

Inoltre, s’impossessò dei suoi stivali.

Poi, però, scoprì che l’autore non era lui.

L’altra vicenda riguardò sempre un combattente tedesco.

Costui aveva dei denti d’oro.

Nel corso dei combattimenti, come il suo collega in precedenza, morì e fu sepolto sempre a Visciano.

Nella notte, dopo aver rimosso il terreno che copriva il cadavere, gli asportò i denti d’oro che aveva in bocca.

Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, Cesare Caparco era una bravissima persona dal cuore grande.

La sua condotta scaturì esclusivamente dal profondo rancore che nutriva nei confronti dei nazisti perché gli avevano ammazzato l’asina.

Attualmente riposa nel cimitero vecchio di Calvi Risorta dove sono sepolti i tre militari italiani trucidati cinque giorni prima in Via XX Settembre.

Bibliografia:
1) https://www.londonirishrifles.com/index.php/second-world-war/the-london-irish-at-war-1939-45/october-1943/

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