Il Mastro di Fiera

Il Mastro di Fiera

Nel Basso Medioevo, Calvi si presentava come una città florida e potente.

Il centro abitato, per la sua strategica posizione sulla Via Latina, era il fulcro del commercio di tutta l’area.

Lo scambio delle merci richiamava molte persone provenienti dal circondario.

Tuttavia, non è dato sapere con esattezza l’anno di concessione alla nostra città della licenza di tenere Nundinae.

Le fiere o mercati si chiamavano Nundinae da Noventinae perché, in forza di un antichissimo istituto di Romolo, i cittadini romani si occupavano per otto giorni del lavoro nei campi e il nono giorno si recavano al mercato.

L’evento si teneva il 21 e il 22 maggio, vigilia e giorno di ricorrenza del santo patrono, San Casto.

Verosimilmente, il feudatario affidava ad una persona di fiducia del luogo il compito di organizzare la fiera.

Nel corso degli anni, con un diploma datato 4 agosto 1460, Ferdinando I incorporò legalmente Calvi a Capua.

Il Vescovo Francesco Granata, parlando di Calvi, affermo:
“… attenta la gran fedeltà de’ Capuani verso la corona di lui (Ferdinando I), affinché ne’ bisogni, e nelle occorrenze avessero pronta una Città vicina, che potesse aiutarli, la incorporò, e la unì alla Città di Capua.

ita quod ex nunc in antea Civitas ipso (di Calvi) fit membrum unitum, & annexum dicta Civitati Capuae.” (1)

Dal 1460, quindi, ogni anno la città di Capua nominava il Castellano da inviare a Calvi.

Tuttavia, per un limitato periodo di tempo, il Mastro di Fiera assumeva anche i compiti del Regio Governatore.

Nello specifico, amministrava la giustizia e governava “nel politico” la città.

Inoltre, sorvegliava sulle merci vendute durante la sagra e, al fine di evitare le truffe, controllava peso, prezzo e qualità.

Le prime notizie

La prima notizia si rileva dalla Santa Visita effettuata l’11 aprile 1583 dal Vescovo Fabio Maranta alla Cattedrale di Calvi.

Magistro Mercati, que in dicta Festivitate solitum est creari babentem totalem iurisdictionem in dicta Civitate et locis, ei subrectis nove dies continuos, sce quator ante, et quator post dicta Festivitate, in qa et fit mercates res vendendas, concurrentium maxime a dictis locis convicinis, et in eis vendendis sunt Venditores et emptores, immunes et exempti a datiis et impositionibus aliis diebus solvi solitis, sicuti in aliis nundinis et mercaris observat.” (2)

Il Mastro di Fiera ovvero il Mastro Mercato esercitava la totale giurisdizione sulla città e luoghi circostanti.

Il suo incarico non era da considerarsi puramente onorifico, in quanto gli spettavano delle prerogative che esulavano dalla pura e semplice organizzazione del mercato.

Egli subentrata al Governatore per nove giorni consecutivi, quattro prima e quattro dopo la festività di San Casto.

Inoltre, era colui che vendeva beni nel mercato, accorrendo soprattutto nei suddetti luoghi.

Qui, le merci erano consegnate ai venditori e ai compratori, esenti da dazio e con le altre imposizioni da pagare nei giorni abituali, come si osservava in altre fiere e mercati.

Con l’annessione alla Città di Calvi dei Casali di Petrulo, Visciano, Zuni e Sparanise, si modificarono i termini della vicenda.

Ogni anno, la manifestazione fieristica era preceduta dal cerimoniale per l’investitura del Mastro di Fiera.

Le sue prerogative ed altri interessanti aspetti sono riportati in un manoscritto del Vescovo Zurlo risalente alla fine del 1700.

La cerimonia di investitura

Il Governatore pro tempore per lo spazio di giorni nove, cioè dal 18 del mese di Maggio di ciascun anno per tutti li 27 del detto mese viene spogliato della sua autorità, e giurisdizione dal Mastro di Fiera, che in occasione della festività del Glorioso S. Casto protettore di questa Diocesi, che accade al 22 maggio, governa, ed amministra giustizia.

E lasso detto tempo di nove giorni subentra di bel nuovo il Governatore, ed il Mastro di Fiera resta solo con il titolo di Grassiere per un anno intiero.

L’Elizzione di questo, che necessariamente deve essere Cittadino, e deve risultare in un anno da Petrulo, nell’altro da Sparanisi, nell’altro da Visciano, e Zuni, si fà dalli soli Sindaci senza intervento di altri Cittadini, e questi, dopo l’elezzione, si portano in persona in Casa del Cittadino eletto, e per contrassegno del suo officio gli fanno un donativo d’un fiore artificiosamente composto, e questo accade nella prima Domenica di Maggio di ciaschedunanno.

Nel dì dunque 18 maggio detto Mastro di Fiera si porta nella nostra Cattedrale accompagnato da Sindaco, e molti Cittadini à cavallo, precedendogli una bandiera, tamburri, con pifferi e trombre, ed ivi prende possesso; indi gira con lo stesso seguito tutta la Città e poi visita il Vescovo;
ed in quella mattina tiene tavola per tutti li Convitati.
“(3)

Altre informazioni

Le parole pronunciate dal Vescovo Zurlo furono confermate dal sacerdote Lorenzo Leardi.

Il Mastro di Fiera “era un Magistrato, che prendeva possesso quattro giorni prima della festa di S. Casto con una cavalcata de’ più distinti di Visciano, di Zuni, di Sparanesi, e di Petrulo, nel quale giorno si portava dal Vescovo per invitarlo a far Pontificale nella Cattedrale“. (4)

Tra l’altro, era competente a giudicare le cause civili e correzionali.

Le sue attribuzioni corrispondevano a quelle del Vice Governatore.

In base al “diritto privativo”, i due Sindaci di Calvi e Sparanise si radunavano nella Cattedrale di Calvi e “l’eleggiavano in un anno tra i cittadini di Visciano e di Zuni, nel secondo tra quei di Sparanesi, e nel terzo tra quei di Petrulo.” (4)

E così via ogni anno.

Nella Cattedrale, celebrando il Vescovo, aveva il luogo distinto in Presbiterio insieme cogli Eletti di Calvi, e di Sparanesi, ed apprestava l’acqua al Prelato per la lavanda delle Sacre Mani. ” (4)

La carica durava nove giorni durante i quali le eventuali sentenze pronunciate erano inappellabili.

Dal 1720, l’incaricato divenne il primo portatore delle aste del Pallio nella processione di San Casto.

La figura del Mastro di Fiera a Calvi scomparve nel 1806, quando le truppe napoleoniche aprirono a Napoli una nuova “parentesi francese”.

Bibliografia:

1) Francesco Granata, Storia civile della fedelissima città di Capua, Libro III, Napoli 1756
2) Fabio Maranta, Atti della Santa Visita, 1583
3) Maria Giuseppe Capece Zurlo, Manoscritto, 1771 – 1773
4) Lorenzo Leardi, Dissertazione dell’ordine de’ reverendi cleri della Diocesi di Calvi, Napoli 1838

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