Joe, il piccione eroe

Joe, il piccione eroe

Dopo l’invasione della Sicilia nel luglio 1943 ed altre due operazioni di supporto a Taranto e in Calabria, il 9 settembre 1943 si dava il via all’operazione “Avalanche” con lo sbarco alleato a Salerno.

Gli americani della Quinta Armata del generale Clark e gli inglesi dell’Ottava di Montgomery iniziarono una lenta e devastante risalita della penisola contrastati duramente dalla Decima Armata tedesca di Von Vietinghoff.

A Napoli, a seguito dell’insurrezione popolare, il 1° Ottobre le truppe alleate trovarono una città già libera dall’occupazione nazista.

Caserta, invece, fu liberata il 5 ottobre e la Reggia Vanvitelliana diventò dall’8 ottobre il quartier generale degli anglo-americani.

Fra le tante, alla Reggia di Caserta, una stranezza era particolare: la 661° compagnia segnalatori, dotata di piccioni viaggiatori, aveva installato ventidue piccionaie con ottomila colombi tubanti, fra cui un maschio soprannominato G.I. Joe con un ciuffo di piume azzurro nato ad Algeri il 24 marzo 1943.

Nei giorni successivi i tommy della 168° brigata del 56° (London) Infantry Division del X Corpo d’armata si erano spinti a settentrione direzione Cassino sulla S.S. 6 Casilina, che i soldati chiamavano ironicamente “la strada della vittoria”.

Le truppe della Wehrmacht, al fine di rallentare il più possibile il nemico, avevano ricevuto con la direttiva numero 3 l’ordine di “distruggere sistematicamente le strade, i viadotti, i ponti, ecc”.

Il messaggio di Joe

Domenica 17 ottobre 1943, con l’avanzare degli alleati, un convoglio tedesco ripiegava lentamente verso nord per combattere altrove lasciandosi alle spalle una piccola retroguardia per scoraggiare l’inseguimento.

I genieri, dopo averlo minato precedentemente, distrussero lo strategico ponte sul Rio Lanzi detto in gergo delle “tavolelle”.

Calvi rimaneva isolata dal resto della pianura campana perché cinque delle tredici arcate del ponte erano crollate.

Gli inglesi, per poter occupare l’importante caposaldo caleno, avevano anche pianificato di bombardare il villaggio il giorno successivo (lunedì 18 ottobre) alle ore 11:00.

Ma, favoriti anche dal ritiro dei crucchi su altre posizioni, le truppe di sua maestà riuscirono a conquistare Calvi Vecchia lo stesso giorno alle 10:00.

Sfortunatamente quella mattina le trasmissioni radio erano fortemente disturbate.

Per evitare il bombardamento fu inviato il prode G. I. Joe del 10° Signal Corps Headquarters con il messaggio di annullare l’operazione.

Il piccione eroe impiegò circa 20 minuti per percorrere i 18/20 km in linea d’aria che separavano Calvi da Caserta e riuscì ad arrivare appena in tempo per evitare il massacro.

Salvò la vita a più di mille soldati inglesi, una sessantina di caleni e da ultimo, ma non secondario, a preservare dalle bombe il prezioso patrimonio artistico e culturale di Calvi Risorta.

Le onorificenze e non

Nel novembre 1946 a G.I. Joe fu accordata dal sindaco di Londra la Dickin Medal (la massima onorificenza al valor militare conferita in Gran Bretagna agli animali istituita nel 1943 in onore della fondatrice dell’organizzazione di beneficenza PDSA Maria E. Dickin) per “atto di notevole coraggio e di dedizione al dovere in tempo di guerra”.

Dopo la seconda guerra mondiale, lo ospitarono presso l’U.S. Army’s Churchill Loft a Fort Monmouth nel New Jersey, insieme ad altri ventiquattro eroici piccioni.

Il 24 aprile 1955, il Congresso degli Stati Uniti d’America, in seduta congiunta con la risoluzione 253, invitava il Dipartimento della Difesa ad elogiare pubblicamente Joe.

Il documento che citava G.I. Joe come uno dei più grandi eroi della seconda guerra mondiale fu pubblicato finalmente il 22 Aprile 1975.

Morì nei giardini del Detroit Zoological Park all’età di diciotto anni il 3 giugno 1961.

Ora è esposto al pubblico all’U.S. Army Communications Electronics Museum di Fort Monmouth.

Storia straordinaria negli anni tumultuosi della guerra.

Storia di un eroico animale che ha salvato molte vite umane, a cui anche noi caleni dovremmo essere grati.

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