La Madonna del Torello

La Madonna del Torello

Filomena Candelora nacque a Sparanise il 5 luglio 1885 da Simone e Anna Marchione in Corso del Popolo 10.

Il papà “mastu Simone” svolgeva la professione di falegname, mentre la mamma era una contadina.

In tenera età, rimase orfana di entrambi i genitori.

Così fu affidata alla zia paterna Bernardina sposata con Salvatore Picillo.

La fanciulla accudiva i bambini e svolgeva qualche piccolo lavoro domestico presso la famiglia dell’agiato proprietario terriero sparanisano.

All’età di 14 anni, Filomena era una vivace ragazzina con due belle trecce nere che incorniciavano un visino bruno e intelligente.

L’8 febbraio del 1899 fu incaricata di portare un po’ a spasso Pasqualina, una figlioletta di don Salvatore.

Quella mattina splendeva un bel sole ed era piacevole passeggiare per le tranquille vie del paese.

I Picillo possedevano una bella vigna nella zona del “Torello“, un luogo che un tempo era tutta campagna.

Quasi senza accorgersene, le due donne vi arrivarono lungo un sentiero leggermente digradante tra siepi e cespugli.

Filomena si sdraiò sul prato lungo la vigna mentre da lontano sorvegliava la piccola Pasqualina che giocava nei campi.

Trascorso un po’ di tempo, iniziò a manifestarsi un fenomeno soprannaturale.

Ai margini del vigneto, emerse all’improvviso una strana nuvola scura con al centro un chiarore di luce intensa.

L’apparizione della Madonna

La ragazza, incuriosita, volle avvicinarsi per vedere meglio.

Ma man mano che si accostava, la luminescenza si faceva più forte, diventava abbagliante.

Poi, in mezzo a questa luce splendente, vide apparire in cielo la sagoma di una donna.

La Signora, indossando un mantello nero orlato d’oro, le sorrideva e la incoraggiò con dei gesti ad accostarsi.

A Filomena tremavano le gambe e quasi non voleva credere ai suoi occhi.

Facendosi forza, si avvicinò a lei.

A quel punto, sentì anche la voce dolce e chiara della Signora:

“vai dal tuo padrone e dirgli che mi venisse a scavare“, queste furono le sue parole.

Inquieta e febbricitante, tornò velocemente a casa.

Appena entrata, iniziò a raccontare l’accaduto agli zii.

Parlò di nuvole e luce splendente, di una “bella signora” vestita di nero che si muoveva tra cielo e terra nella vigna del Torello, di una gentildonna che parlava e la chiamava per nome.

In un primo momento, Don Salvatore Picillo ebbe l’impressione che la ragazza avesse avuto delle allucinazioni.

Le consigliò di mettersi a letto e di farci sopra una bella dormita.

In fin dei conti si era trattato solo di un sogno e che niente era successo davvero.

Poi cominciò ad avere dei dubbi in proposito.

Da una parte, infatti, non gli sembrava il caso di dare molto peso ad un racconto “fantastico” di una ragazzina.

Dall’altra, ricordava vecchie storielle locali che accennavano insistentemente alla statua di una Madonna sotterrata proprio nella zona del Torello.

Il prezioso ritrovamento

Così il Picillo, spinto dai familiari e dagli amici, organizzò presto alcune squadre di operai e volontari per iniziare a scavare.

Essendo la zona da esplorare piuttosto vasta, gli uomini procedevano a caso, praticando dei profondi buchi nel terreno.

Finalmente, dopo otto giorni, uno degli uomini sentì il piccone affondare in qualcosa di cedevole.

Subito avvertì i compagni e tutti insieme continuarono a lavorare senza sosta.

A mano a mano che spalavano la terra, fra la polvere, cominciarono ad intravedere i contorni di un’apertura.

Appena rimossero gli ultimi detriti, gli uomini trovarono a due metri di profondità una grotta piuttosto angusta.

Il locale sembra che misurasse 3-4 metri di lunghezza, più di 1 di larghezza e un paio di metri di altezza.

In fondo all’ipogeo rinvennero una grossa lastra di pietra sulla quale era scolpita un’immagine femminile.

E nessuno ebbe più dubbi.

Si trattava proprio della “gran Signora dal mantello nero trapunto d’oro” che era apparsa a Filomena Candelora.

In breve tempo, la notizia del ritrovamento oltrepassò i confini di Sparanise.

Così giù al Torello cominciarono ad arrivare i pellegrini da ogni parte.

Al contrario, le autorità religiose si dimostrarono alquanto scettici sull’accaduto.

Questo atteggiamento prudente del clero locale contrastava fortemente con gli entusiasmi dei credenti.

A Sparanise Don Salvatore Picillo fece edificare a sue spese una cappella nel posto dove era apparsa la Madonna l’8 febbraio 1899.

Madonna del Torello

La violenta diatriba

Intanto a Calvi Risorta, un certo Luigi Mele aveva avuto problemi seri con la giustizia.

In quel delicato momento della sua vita, fece un voto alla Madonna del Torello.

Nello specifico, promise che avrebbe donato una statua alla cappella di Sparanise se fosse stato prosciolto.

Risolti felicemente i guai con la giustizia, Il Mele volle onorare la promessa alla Vergine.

Ma non aveva i soldi a sufficienza.

Così nel 1912 organizzò una raccolta fondi tra gli abitanti di Calvi.

Con il ricavato, commissionò una bella statua ad un maestro cartapestaio di S. Maria Capua Vetere.

Nel 1913, le due comunità dell’agro caleno decisero di organizzare una solenne processione per la consegna del simulacro.

Gli abitanti di Calvi, attraversando una stradina di fronte a Taverna Mele, s’incamminarono alla volta di Sparanise.

In prossimità dell’attuale cappella della Famiglia Figliolini, si ricongiunsero con i cugini.

Cappella_Figliolini

Ma i fedeli dei due comuni limitrofi innescarono un’animata querelle.

La questione era a chi spettava l’onore di portare la statua nella nuova chiesetta del Torello.

Da una parte, i caleni sostenevano che il simulacro era stato fatto con il loro contributo economico.

Dall’altra, gli sparanisani risposero che la Madonna era apparsa nel loro territorio.

Come si può intuire, la diatriba sfociò in una paurosa rissa collettiva.

Entrambe le popolazioni se le diedero di santa ragione in nome della Madonna.

Volarono botte da orbi e nella zuffa, come spesso accade, le donne si distinsero per combattività e aggressività.

Fortunatamente, i Carabinieri Reali che seguivano i cortei riuscirono a riportare la calma e l’ordine tra i contendenti.

Secondo alcuni caleni, i cui avi avevano partecipato alla processione, quest’ultimi riuscirono a trovare un giusto compromesso.

I portatori a spalla dell’effige della Vergine furono scelti equamente fra i cittadini di Calvi e di Sparanise.

Le ultime vicende

Nell’occasione, lo spettacolo offerto dai ferventi credenti fu veramente squallido.

Per quanto concerne Filomena Candelora, si sposò con Vincenzo Riccardi ed ebbe cinque figli.

Filomena Candelora

I coniugi emigrarono negli Stati Uniti.

Ma, diverso tempo dopo, Filomena ritornò in patria.

Addolorata dalla tragica fine del primogenito Raffaele, morì il 15 aprile 1929 a soli 43 anni.

Dell’originale immagine femminile scolpita su una grossa lastra di pietra, purtroppo, non è rimasto più nulla.

Infatti, una volta portata in superficie, probabilmente a causa del contatto con l’aria, si frantumò in vari pezzi.

Invece, la statua della Madonna del Torello donata da Luigi Mele e dai caleni è stata recentemente restaurata.

Da quel momento, non si trova più nella sua storica sede ma nella Chiesa Madre o dell’Annunziata.

Infine, personalmente ritengo che gli sparanisani non siano riusciti a valorizzare al meglio questa apparizione.

Bibliografia:
Giuseppe Carcaiso, Sparanise scomparsa: appunti e spunti di folklore caleno, La Nuovissima, 1987

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