Il maestro Antonio Serio

Il maestro Antonio Serio

Antonio Serio nacque a Calvi Risorta il 15 ottobre 1920 da Salvatore e Pasqualina Zona in via Delle Vigne 91.

La famiglia ebbe altri 2 figli: Nicola (20 ottobre 1907) e Elvira (07 ottobre 1909).

Antonio, sin da piccolo, manifestò una vena artistica e pittorica anche se i genitori volevano soltanto che lui imparasse il mestiere di contadino.

Ma lui non ne voleva sapere dell’agricoltura.

Nei campi, steso a terra, raccoglieva fiori selvatici.

A sei anni dipinse un crocifisso collocato dietro al letto della mamma.

Non sapendo nulla di quello che faceva, il papà gli strappò tutti i suoi disegni.

Durante il secondo conflitto mondiale fu fatto prigioniero dagli inglesi in Africa Settentrionale.

Per dissetarsi, urinava nelle bottigliette di vetro e poi le infilava nel terreno per raffreddare la pipì.

Rimase prigioniero di guerra per 5 o 6 anni.

In questo arco temporale, la signora Pasqualina apprese da una lettera la morte del figlio Antonio.

Invece, ritornò sano e salvo nel suo paese d’origine dopo la fine del conflitto.

Fu riconosciuto in piazza da Francesco Di Girolamo, detto “piciciucculu”, all’atto di lavarsi la faccia sotto la fontana.

In famiglia, l’iniziale incredulità si trasformò in scene di giubilo.

Il giovane iniziò da autodidatta a suonare la pianola, la fisarmonica, il pianoforte e il mandolino.

Successivamente, prese lezioni di chitarra dal famoso Prof. Quaranta.

Entrò quindi nella famiglia dei compositori napoletani.

In questo ambiente conobbe il grande Giuseppe (Peppino) Russo, poeta e autore di migliaia di canzoni.

E da lì iniziò a collaborare con il maestro di Napoli.

Peppino Russo era solito trascorrere le ferie estive (un mese o a volte due) nella casa di Antonio a Zuni.

La band dei Blue Men

Nelle torride serate estive, Antonio Serio, Peppino Russo, Salvatore e Federico Parisi, Giuseppe Del Vecchio e Giuseppe Zona si ritrovavano davanti al bar di Barbanera a suonare e strimpellare.

Cominciò a scrivere e musicare pezzi propri e in seguito si iscrisse alla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE), in qualità di autore di elaborazioni di carattere creativo della parte musicale di opere tutelate.

Sentimentalmente si legò a Maria Massa.

Dalla loro unione nacque il 25 novembre 1957 una bambina di nome Assuntina, che ricalcò le orme del padre.

Antonio Serio

La giovane calena frequentò il conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, dove conseguì il diploma di canto e pianoforte.

Agli inizi degli anni ’60, Antonio Serio e alcuni suoi amici diedero vita ad un complesso musicale chiamato “Blue Men”.

Il gruppo era composto da:

  • Nicandro Cammuso alla voce
  • Michele Capuano alla voce
  • Nicandro Capuano al contrabbasso
  • Nicola Lanzano (detto “u fraulese”) alla batteria
  • Salvatore Parisi alla voce
  • Antonio Serio alla chitarra
  • Anacleto Zona alla chitarra
  • Vittorio Francesco Zitiello, detto “ciccio”, al flauto

Per sei o sette anni, la band si esibì a Calvi e nei paesi limitrofi proponendo un repertorio di Antonio Serio.

BlueMen

BlueMen2

BlueMen3

A riguardo vi è un divertente aneddoto.

Durante le prove del complesso a casa sua, la figlioletta Assuntina dava segni d’insofferenza.

Ciccio Zitiello prese la bambina e la poggiò sulle proprie gambe.

Ad un certo punto, il flautista avvertì del calore salire dagli arti inferiori.

Chiaramente la piccolina aveva fatto un piccolo bisognino, scatenando l’ilarità dei presenti.

Le vittorie al Festival di Zuni

Il maestro di Zuni scrisse e musicò diverse canzoni:

  • Marì, vienem’ nzuonnu
  • Marì Marì
  • Sabbia del mare su versi del preside Armando Di Girolamo
  • Ne Piccere’ su testo del dott. Giovanni D’Elia

Inoltre, vinse tre edizioni del Festival di Zuni, il terzo più importante d’Italia dopo Sanremo e Napoli, con:

  • È stata ‘a gelusia eseguita da Domenico Pirozzi nel 1958
  • Vederti, cantata da Salvatore Parisi nel 1960 su versi del dott. Giovanni D’Elia
  • Chitarra Mia cantata da Rosy Pomilia nel 1967

Antonio Serio costituì un binomio inscindibile con il grande paroliere caleno Antonino Capuano.

Il duo sfornò autentiche perle:

  • Cercammoce scusa
  • Figlio ‘e marenaro
  • Lassamoce dimane
  • ‘O peccatore
  • Perdona ancora
  • Pulecenella
  • Sinceramente
  • Suonno Blu’

Quest’ultima, particolarmente interessante, fu portata all’attenzione di un pubblico competente ed esigente.

Suonno_Blu

Nel 1967 il maestro prese la meningite.

Fu curato dal dottor Ernesto Zacchia.

I familiari ricordano benissimo che il medico usò una “furcina” (asta di legno che termina con due punte) per appendere i “fialoni”.

Nel mese di maggio, ancora convalescente, fece spalancare le finestre per ascoltare le canzoni proposte al Festival di Zuni.

Durante l’esecuzione del suo brano, notò un fraseggio musicale sbagliato.

Tirò un pugno sul comodino e segnalò alla compagna il passaggio errato.

Tuttavia, la sua canzone “Chitarra mia” risultò vincitrice del concorso canoro.

Un corteo di persone, con in testa Rosy Pomilia, il presentatore Enzo Berri e il direttore d’orchestra, si presentò a casa sua in Via delle Vigne.

Il direttore d’orchestra confermò all’autore l’errore commesso durante l’esecuzione del brano.

La pittura e le musiche sacre

Nel 1969, Antonio Serio si dedicò professionalmente alla pittura con Nino Calvano, un professore di scuole medie di educazione artistica e sposato con una sua parente, Silvana Turrini.

Per questo motivo, si trasferì a Fuorigrotta dal 1969 al 1974 con la famiglia.

Entrambi gli artisti dipingevano i quadri del pittore francese Jacques Blanchard.

Le opere prodotte erano poi vendute agli americani tramite la galleria del dott. Maresca di Napoli.

Inoltre, quasi tutte le famiglie zunesi entrarono in possesso di una sua opera.

Contestualmente, si impegnò a comporre musica sacra.

Pubblicò le messe a quattro e a due voci, un intreccio tra varie tonalità e sfumature di suoni.

Il repertorio comprendeva il Signore Pietà, il Gloria, il Santo e l’Agnello di Cristo.

Altri brani furono arrangiati dal maestro con i testi della figlia Assuntina.

Tra loro vi erano “Non rinnegarci Signore“, “Additaci Signore le tue vie” e “L’alleluia“.

Compose anche alcune marce sinfoniche per bande musicali:

  • Terra calena
  • Zunica
  • Valzer zunese
  • Consuelo, un tango argentino
  • Un valzer chiamato Marika (senza farlo apposta, la nipote ha preso questo nome)

Terra_Calena

Nel 1975, Lorenzo Maciariello lo esortò a comporre l’inno della Bilancia dopo la vittoria riportata dalla lista nelle elezioni amministrative.

Nello studio del geometra caleno scrisse in due ore:

Viva la bilancia, che giustizia vi porterà.
Solo la bilancia non farà mai parzialità.
Son finiti i tempi …

Tra il 1976 e il 1977, Antonio Serio costituì un coro formato da 30 giovani di Zuni.

Il pianista, però, era Don Girolamo di Roccamonfina.

Oltre a cantare in chiesa, il gruppo offriva un repertorio musicale anche nelle cerimonie fuori paese.

Dopo la sua morte, il ruolo di guida dei cantori passò alla figlia Assuntina fino 1985.

Il maestro aveva una predilezione per la nipote Caterina Capuano (la maestra Rina), figlia della sorella Elvira.

La sua morte

Antonio Serio si senti male il 4 agosto 1980 mentre stava mangiando una fetta di anguria.

Il maestro avvertì un dolore lancinante alla gamba sinistra.

Il vicino di casa Antonio Capuano (detto “chiacchino”) si recò prontamente alla guarda media.

Quel giorno di turno vi era il giovane dottore Benedetto Lombardi.

Il medico gli diagnosticò un problema cardiaco e ne consigliò il ricovero in ospedale.

Trasportato al Palasciano di Capua, il personale sanitario asserì che era affetto da una patologia neurologica.

Quindi decisero il trasferimento urgente al Cardarelli.

Secondo i medici del nosocomio napoletano, si trattava di una indigestione.

Il giorno seguente fu rispedito a casa.

Invece, come diagnosticato correttamente dal dott. Benedetto Lombardi, aveva un infarto del miocardio in atto.

Purtroppo, alle 5 dl mattino del 10 agosto 1980 fu trovato morto nel letto dalla figlia.

La triste notizia lasciò la comunità calena attonita, conscia di aver perso un grande personaggio.

La sua innata serietà, riservatezza, educazione, modestia e giovialità lo portarono ad avere un rapporto speciale con i giovani zunesi.

Tonino Capuano e Pino De Micco gli sistemarono in un settimino le marce ordinate per lettere.

Era un cultore della lingua italiana e preferiva non esprimersi in dialetto.

Nel suo vicoletto lo chiamavano “Giuannigliegliu a v’rità” e “u paciere“.

Una volta raccolte le informazioni sull’oggetto del contendere, gli bastava poco per capire dove stesse la verità.

Ed infatti, riusciva sempre a riportare la pace tra i litiganti.

Essendo poi molto credente, preferiva restare in piedi durante le funzioni religiose, pur avendo un ginocchio malandato e dolorante.

Secondo lui, la messa aveva una maggiore valenza spirituale per il sacrifico offerto a Gesù Cristo.

Nel 2016, il dott. Giovanni Caparco, maestro di musica, ha ricordato Antonio Serio riproponendo le sue messe sacre in tutte le festività dell’anno.

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